Dal lupo al cane



Secondo la teoria più diffusa fino a poco tempo fa, i lupi si aggiravano nei pressi degli insediamenti umani e frugavano nei nostri rifiuti. Alla fine uno di questi scrocconi si ingraziò l'uomo e divenne antenato del cane. Ma alcune recenti scoperte raccontano una storia di domesticazione diversa, intervenuta molto prima, e più nobilmente.
E' stato assodato che un cranio di canide di 33.000 anni fa, recentemente scoperto in Siberia, apparteneva a un cane domestico primitivo. Il test del DNA ha rivelato che questo cane era un vicolo cieco genetico e che nessuno dei suoi discendenti è sopravvissuto. Tuttavia questo non rende la scoperta meno importante scientificamente, perchè sottintende che altri cani siano stati addomesticati altrove, in epoche diverse. Forse la domesticazione del cane avvenne nei pressi della caverna di Chauvet-Pont-D'Arc, in Francia, dove un paio di orme di 26.000 anni fa rivela che un cane camminava accanto a un bambino come compagno; o forse nell'odierna Repubblica Ceca, dove sono stati rinvenuti altri crani di cani del paleolitico. O, più probabilmente, si verificò in molti luoghi, e di continuo. Ovunque esseri umani e lupi si sono incontrati, sembra che l'amicizia tra loro sia stata inevitabile.
Mark Derr si è dedicato completamente all'argomento nella speranza di sviluppare una teoria unificante. Nel suo libro "How the dog became the dog", e anche in diversi articoli, Derr suggerisce che la domesticazione umana del cane non sia intervenuta per sottomissione, ma sia derivata dalla socializzazione amichevole interspecie basata sul vantaggio reciproco. "Il quadro che emerge vede esseri umani e proto-cani evolvere insieme; noi li abbiamo scelti, certo, ma anche loro hanno scelto noi", scrive Derr. "Sia i lupi sia gli umani hanno contribuito con talenti unici e complementari a un rapporto non basato sulla sottomissione e l'intimidazione, ma sul rispetto reciproco". Osserva inoltre che "diversi studiosi hanno persino suggerito che noi, cani e umani, abbiamo influenzato reciprocamente la nostra evoluzione".
Dati i forti vincoli affettivi che ci uniscono ai nostri amici cani, non sorprende che sempre più testimonianze archeologiche suggeriscano che gli esseri umani abbiano fatto amicizia con i lupi -  o almeno abbiano coesistito rispettosamente con loro - molto prima di addomesticarli e che li abbiano addomesticati molto prima di diventare agricoltori. Comunque ciò sia avvenuto, è stato indiscutibilmente a nostro vantaggio. Le caratteristiche che i lupi hanno trasmesso ai cani ci sono state molto utili quando siamo diventati pastori e agricoltori. Abbiamo sfruttato il territorialismo del lupo per creare un cane che facesse la guardia alle nostre greggi e proprietà; per la caccia abbiamo usato il suo straordinario olfatto, il suo talento nel localizzare la preda, seguirne le tracce e recuperarla. Abbiamo trasformato l'abilità del lupo ad attaccare e manovrare i grandi erbivori nell'istinto di radunare la mandria per assisterci nella transumanza.
Il lupo ha trasmesso al cane anche le sue qualità fondamentali; la dedizione al branco, la socievolezza e la capacità di apprendimento, comunicazione ed espressione. Nel trasformare il lupo in cane, abbiamo creato il compagno migliore in assoluto, un amico fedele che può capire le nostre intenzioni ancor meglio dei nostri simili primati. Sapendo quanto i lupi hanno trasmesso ai nostri amati cani, è davvero strano l'odio speciale che riserviamo loro, e che non proviamo per nessun altro animale. Abbiamo portato i cani domestici con noi, nei campi, al pascolo e in città. I lupi sono i cani rimasti a casa e che hanno preferito la loro vita selvatica. Forse non possiamo perdonarli proprio per questo.

Jim e Jamie Dutcher, "La vita segreta dei lupi"  National Geographic

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