Chiapporato











Accanto alla chiesa un cimiterietto erboso, anch'esso deserto come il paese che è ai suoi piedi: simbolo però d'un tramontato comune vivere in dimensione di religiosità sociale.
Le case di Chiapporato sono, o meglio furono, case di carbonai, pastori e legnaioli ed hanno la solidità e l'armonia architettonica dei maestri muratori lombardi e la gentilezza d'un artigianato locale che ha solidificato nel legno delle porte e nel ferro di certe inferriate e ringhierine la sua elementare fantasia, in perfetta adesione con tutto il paesaggio e il proprio costume di vita.
Un borgo, insomma, quasi disabitato, ma non morto perchè le sue case e le sue strade, la sua stessa collocazione nello spazio geografico è un racconto, per chi ovviamente lo sappia ascoltare, di storia politica, demografica,economica: una lezione terapeutica, per l'uomo postindustriale dalle mille dimensioni alienato: un villaggetto crollante (anche per colpa di molti) che per vederlo veramente ci vuole molta intelligenza e rispetto perchè esso è la negazione del "rustico", della "natura", del "primitivo" nel senso pacchiano e grottesco del folclore corrente."
Paolo Guidotti, storico, 1984.
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